lunedì 15 dicembre 2008

Lettera a Beppe grillo da Taranto

Caro Beppe,
siamo giunti all'epilogo.
Un cielo di piombo si chiude come un sipario su Taranto. La strage degli innocenti è compiuta. Abbiamo assistito all’ultimo atto di una tragedia. Il 10 Dicembre sono venuti a caricare le pecore e le capre in tutte le masserie degli allevamenti coinvolti. Siamo giunti all’epilogo del lavoro di una vita… nei nostri ovili ora rimbomba un silenzio assordante, intriso di dolore. Il dolore nostro e dei nostri animali che, generosi fino all’ultimo istante, sono saliti sui camion della morte pronti a sacrificare la loro vita per salvare la nostra. Sinceramente immaginavamo tutti una conclusione diversa. Una giornata pesante come le nuvole che hanno accompagnato le operazioni…l’assenza della città e la presenza della forza pubblica hanno mortificato ciò che restava di una speranza. La giornata è passata e questa mattina alle quattro ci siamo avviati verso il macello per accompagnare i nostri animali, per continuare a vivere la loro tragedia, che è anche la nostra! Sì, è anche la nostra, ma non soltanto come famiglia, perché interessa Taranto e tutte le persone che di Taranto non sono. Non rendiamo inutile questo sacrificio! A noi oggi piace pensare che questi animali possano diventare un simbolo, non dell’ennesima ingiustizia ma del risveglio della coscienza collettiva troppo a lungo assopita. E in questo senso continueremo ad adoperarci.
A livello personale non ci arrendiamo, siamo abituati a non arrenderci, proprio come la nostra città! Non ci arrendiamo e siamo disposti a rispettare le leggi e a pagare in prima persona come abbiamo fatto finora. E adesso? Da generazioni facciamo questo lavoro, vorremmo avere di nuovo il nostro gregge. Ci hanno detto che nessuno ce lo impedisce, ma fra un anno o due se non bonificano i terreni e non controllano l’origine della diossina questa sarà trovata ancora una volta nel corpo dei nostri animali. Ancora, ci hanno detto che potremmo nutrirli con i mangimi già pronti come se questi fossero veramente esenti da rischi (i maiali irlandesi contaminati non erano forse nutriti secondo queste modalità?). Chiediamo dunque delle direttive chiare, in attesa di ricevere quanto prima, l’obolo per noi stanziato appena sufficiente e comunque necessario “come il pane” per tirare avanti. Vogliamo che chi di dovere si assuma politicamente le proprie responsabilità come noi abbiamo fatto con le nostre. Chiediamo di mettere per iscritto cosa possiamo e non possiamo fare, considerando che ormai la nostra fiducia è completamente rivolta alla magistratura ma che non siamo più in grado di attendere i tempi biblici che suo malgrado la giustizia richiede per fare il proprio corso.

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