martedì 4 marzo 2008

Inceneritori : "I sostenitori lo scosigliano !"

La stampa locale ha ampiamente dibattuto nei giorni scorsi le tesi di chi sostiene e di chi teme la realizzazione di un nuovo inceneritore nella piana Firenze - Prato – Pistoia. Ma il cittadino non addetto ai lavori continua a schierarsi a favore o contro più sulla base di valutazioni istintive che sulla base delle convinzioni formatesi con la lettura delle tesi contrapposte.
Per evitare di cadere nell’errore di sostenere tesi sulla base di semplici sensazioni o peggio ancora di tutelare interessi particolari non chiari o di rispettare precisi ordini di scuderia, sarebbe opportuno fare riferimento a documenti seri e non a semplici dichiarazioni non sempre ispirate dalla necessità di informare correttamente il povero cittadino.
Allora qual è il documento più oggettivo da scegliere come base di valutazione se non quello elaborato da tutti gli enti pratesi favorevoli all’inceneritore? ASM, CNA, Confartigianato, Consiag, GIDA, Unione Industriale nel 2004 hanno offerto al Comune ed alla Provincia di Prato uno studio di fattibilità per un inceneritore in grado di risolvere i problemi dello smaltimento dei rifiuti nel pieno rispetto dell’ambiente, della salute dei cittadini e dell’economia.
Allora vediamo quali sono le conclusioni a cui è arrivato questo studio.
Danni ambientali: non esistono, anche se …….
E’ vero che lo studio conferma che sono inevitabili le maggiori emissioni causate da un qualunque impianto che brucia qualcosa. Tuttavia queste saranno compensate dagli stessi cittadini in quanto sono loro i veri colpevoli dell’inquinamento. Sono infatti i cittadini ad usare la macchina o il motorino, a riscaldare o condizionare le loro case, a fumare, a prendere l’aereo etc. E allora ai cittadini verrà insegnato con le buone o con le cattive a non utilizzare più le loro auto, a sostituire le vecchie caldaie, a rottamare i motorini, a smettere di fumare, a rinunciare a prendere l’aereo etc. E poi i cittadini non si azzardino a porsi domande stupide del tipo: ma è davvero meglio sostituire le emissioni dell’attuale inceneritore GIDA che tratta solo 23.000 ton/anno con quelle di un inceneritore che oltre a queste tratterà altre 145.000 ton/anno? Certo che è meglio! Basta che smettano di inquinare loro per consentire di inquinare all’inceneritore! Inoltre, finora è stato affermato che bruciando i rifiuti non saranno più necessarie le discariche. Tuttavia questa affermazione ha bisogno di qualche chiarimento, altrimenti il povero cittadino non ci capisce più niente. Infatti a pag. 38 e a pag. 95 del citato studio è invece riportato che “la riduzione dei carichi di smaltimento in discarica è irrilevante in relazione al territorio provinciale”. Sicuramente si tratta del solito errore della segretaria che ha digitato male il testo. Altrimenti che senso ha fare un inceneritore se non si riducono neppure i carichi di smaltimento in discarica!
Danni alla salute: non esistono, anche se ……
E’ vero che nello studio (pag. 86) si legge che vicino all’inceneritore le ricadute delle diossine sono 20 volte superiori a quelle che potranno essere rilevate in altre parti della Provincia. E’ vero che le ricadute di cadmio e mercurio in prossimità dell’inceneritore saranno 10 volte superiori. Ma allora al povero cittadino viene il dubbio che sbagliano sia l’Organizzazione Mondiale della Sanità che la Comunità Europea a sostenere che queste sostanze sono cancerogene! In ogni caso, anche se fossero davvero cancerogene, i residenti ed i lavoratori che stupidamente hanno scelto di vivere o lavorare vicino ad un inceneritore possono sempre trasferirsi altrove o cambiare lavoro: chi glielo impedirà? Inoltre anche la notizia fatta rimbalzare di recente dall’ARPAT sulle sue “News” circa lo stretto legame tra la presenza delle PM10 e delle PM2,5 e l’incidenza di morti precoci (tra i 30 ed i 45 anni) non deve trarre in inganno il povero cittadino. E’ vero che l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha statisticamente dimostrato al termine di una indagine condotta su 26 città europee che se respiriamo meno di queste sostanze (per esempio da 40 a 10) si risparmierebbero 17.600 morti precoci l’anno. E’ vero che anche Prato è tra le città italiane che più di frequente sforano il limite ancora oggi tollerato dalla Comunità Europea di 50. E’ vero quindi che il rischio di morti precoci a Prato causato dalle nanoparticelle è addirittura superiore a quello valutato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. E’ vero che nonostante tutti gli interventi compensativi legati ad un nuovo inceneritore (riduzione obbligatoria del traffico, sostituzione coatta delle caldaie vecchie, riduzione forzosa del fumo, chiusura dell’aeroporto di Peretola etc.) sarà molto improbabile non superare ancora più frequentemente quota 50. Tuttavia, non sarà mica solo colpa dell’inceneritore se il numero delle morti precoci si manterrà elevato!
Danni economici: ma quali danni, solo vantaggi. Anche se …..
E’ vero che i costi per la posa a discarica dei rifiuti aumentano. E’ vero che i connessi costi di trasporto aumentano. E’ vero che l’inceneritore pratese sarebbe in grado di valorizzare i rifiuti producendo 17 MW di energia elettrica (in grado cioè di soddisfare le esigenze forse di una dozzina di tintorie e rifinizioni). Ma è anche vero che per fare quadrare i conti lo studio prevede una entrata di €/anno 10.727.000 legati ai certificati verdi e cioè ai contributi previsti dallo stato per chi produce energia da fonte assimilata alle fonti rinnovabili, qual è appunto considerata l’energia prodotta con i rifiuti. Ed è anche vero che da aprile di quest’anno i certificati verdi non esistono più! Questi contributi ora sono previsti solo per le vere e sole energie rinnovabili e non anche per le assimilate! E quindi su una previsione di costi di €/anno 24.500.000 verranno a mancare €/anno 10.727.000 di entrate previste e cioè circa il 44%! Non occorre fare un grande sforzo mentale per capire chi dovrebbe provvedere a coprire queste così cospicue minori entrate: i cittadini e gli operatori economici.

Ma allora, lo stesso studio pagato per dimostrare l’esigenza e l’utilità di un inceneritore, dimostra invece tutto il contrario e cioè che un nuovo inceneritore è assolutamente da evitare. Infatti a livello provinciale non si registrerebbe alcuna riduzione delle quantità di rifiuti portati a discarica. L’ottimistica speranza di mantenere il pericoloso livello di inquinamento attuale è legata alla riduzione del traffico, del fumo, delle sigarette, dei voli aerei, alla rottamazione di tutte le caldaie ed i motorini etc., e cioè ad eventi altamente improbabili per non dire impossibili. La presenza di un ulteriore inceneritore impedirà di scendere sotto quota 50 delle nanoparticelle e quindi contribuirà in modo decisivo a mantenere elevato il numero delle morti precoci. Infine per ottenere tutti questi bei risultati i cittadini e le imprese dovranno anche spendere molto di più di quanto spendono oggi per smaltire i loro rifiuti!
In ogni caso bisogna proprio ringraziare ASM, CNA, Confartigianato, Consiag, GIDA e Unione Industriale per avere prodotto uno studio oggettivo e non di parte che mette in condizione i cittadini di capire che un nuovo inceneritore prospetta soltanto gravi pericoli ed ulteriori consistenti aggravi dei costi.

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